Riccardo Marcuzzi, un giovane vignaiolo crea una nuova realtà nel Collio.

Riccardo Marcuzzi, un giovane vignaiolo crea una nuova realtà nel Collio.

È una zona del Collio che impressiona per la sua bellezza, ambiente un po’ solitario dove cogliere quell’atmosfera sospesa tra un passato che non passa e il futuro che ci aspetta. Intorno a queste colline avvolte da una luce grigia ci si sente un po’ poeti e curiosi di conoscere Riccardo Marcuzzi, la sua storia e i suoi primi vini.

Mentre ancora studiava economia all’università, ebbe modo di dare una mano nei lavori agricoli all’amico Loris Pavan, al quale riconosce poi il merito di avergli aperto un mondo e dato la spinta decisiva per affrontare questa sfida. Fu così che nel 2016 la famiglia Marcuzzi acquista l’intera collina di “Cujevi” dopo che questi territori per diverse generazioni sono appartenuti a nobili famiglie. Dalla vecchia abitazione che sorgeva proprio sulla sommità di questa collina nel 2019 viene ricavata la nuova Cantina, sarà il debutto della prima vinificazione. La struttura è dotata di attrezzature moderne e appositi spazi per l’affinamento dei vini, oltre ad una grande sala di degustazione con vista panoramica sulle colline circostanti.

Ci troviamo nei pressi di San Floriano del Collio in località Giasbana, un territorio di estrema bellezza paesaggistica dove le colline vitate s’intrecciano e discendono a valle in perfetta armonia. Incontrare Riccardo ci porta ad immergerci nel profondo di questi luoghi e conoscere qualcosa di estremamente “nuovo” nel panorama del Friuli enologico: un piccolo e giovane vignaiolo con la giusta ambizione, passione e una certa predilezione per il vino di qualità. Ragazzo volitivo e professionale dalle idee molto chiare sul suo futuro, che decide di mettere radici proprio qui, in questo territorio unico per la produzione vinicola, conscio del fatto che per emergere l’unica strada è la ricerca della qualità.

I suoi vini nascono da un’agricoltura in regime biologico, ecco le sue parole: “ voglio vini vivi che mutino ed evolvano nel tempo e che cambino di annata in annata secondo ciò che natura offre”.

Per ottenerli veri e sinceri c’è bisogno di arte e conoscenza, ma Riccardo ha già assimilato le nozioni più importanti lavorando sul campo, studiando e sperimentando, anche a costo di sbagliare. Quello che ho apprezzato di più in lui è la dinamicità di pensiero, la spontaneità con la quale intraprende questa carriera enoica intravedendo nei suoi vini quella libertà di attingere dalla tradizione e sviluppare un lavoro autentico, alla ricerca di un’espressione nitida e sostenibile.

Il piacere di rimanere a parlare con lui è fatto di percezioni, di parole che esprimono passione, entusiasmo, disponibilità a sperimentare ma senza azzardo o spregiudicatezza. È un incontro che ci impregna di meraviglia, perché incontrare un giovane così consapevole e determinato non è cosa di tutti i giorni.

I vigneti dell’azienda Marcuzzi si trovano posizionati nei 5 ettari di questa piccola collina : a nord troviamo il confine con la Slovenia, dai rimanenti lati si estende il pendio vitato tramite terrazzamenti. I vini prodotti non sono molti ma rappresentano l’essenza di un territorio di eccellenza, unicum assoluto nel mondo del vino : le qualità coltivate ad est sono Friulano, Malvasia e Pinot Bianco, a sud ovest e ovest Cabernet Franc, Ribolla Gialla e Sauvignon. Ogni etichetta rappresenta le diverse particelle vitate in un gioco geometrico dallo stile leggero e ordinato, dove vengono identificate le zone destinate ai vari vitigni.

Gli assaggi si sono concentrati sulle due diverse annate (2019 – 2020), e anche se lo stile potrebbe risultare diverso, rimane indiscutibile il livello di qualità, la differenza tra le due annate rappresenta l’imprevedibilità climatica delle stagioni, che agisce in base alle sue regole naturali influenzando il prodotto e rendendolo unico. Sono vini che esprimono anche l’energia del suo giovane produttore che riesce a donare quella “matrice agricola” che li difende dall’essere dei semplici vini giovani. In essi, nonostante la loro freschezza, ho riscontrato una buona struttura e una gradevole persistenza del gusto.

Birsa

 è uno spumante di Qualità Metodo Classico alla sua prima edizione, lo assaggiamo nella versione magnum. Il vino base è costituito da Ribolla Gialla 50% e Pinot Grigio 50%, dopo un passaggio in botti di legno per 4 mesi si passa alla rifermentazione in bottiglia dove sosta sui lieviti per 36 mesi prima della sboccatura. I profumi sono in prevalenza floreali con note di lieviti e sfumature balsamiche, piccole note di nocciole tostate ne completano il bouquet, le bollicine sono fini e persistenti. Al palato tanta freschezza e ottima progressione del gusto, regalando un finale cremoso e persistente.

Chardonnay 2020

È il risultato di un’annata particolarmente calda e con piogge regolari, la qualità delle uve è stata buona permettendo un’ottima estrazione dei sentori primari, che avviene nel tempo di 4 giorni in criomacerazione a contatto con le bucce. A fermentazione ultimata ha riposato in vasche di acciaio per un anno a contatto con i lieviti. Vino che al naso appare subito maturo, morbido anche nei profumi che sanno di banana, mela cotta, lievemente vanigliato, poi ancora polpa di frutta bianca matura. In bocca si accentuano le note di morbidezza sostenute da una buona base di acidità.

Pinot Grigio 2019

Annata partita in ritardo, poi la vite ha recuperato bene regalando uve di qualità e buona quantità. Il risultato è un vino molto secco, dal colore ramato intenso e luminoso, i profumi sono sorprendenti : rimandano ai vecchi champagne e gradevoli note di prodotti da forno, leggero caramello e qualche soffio di vegetale. Particolare.

Pinot Grigio 2020

Qui cambia tutto, il grande direttore d’orchestra è sempre madre natura con la sua stagionalità imprevedibile. Le stesse uve hanno dato origine ad un vino dal carattere diverso : i sentori al naso sono decisamente fruttati, con pera, pesca e mela matura in primo piano, il colore è leggermente più carico con riflessi che virano sull’arancione. Morbido e succoso in bocca, un gusto già maturo e un equilibrio tra freschezza e parti zuccherine che ci conduce ad un sorso appagante, caldo e vellutato.

Sauvignon 2019

originale interpretazione di questo vitigno nella tipologia clone R3 (il più profumato), dopo una macerazione a freddo sulle bucce, che può variare da alcune ore a qualche giorno. La fermentazione viene attivata spontaneamente per effetto dei propri lieviti indigeni, quindi rispettando in pieno l’espressione territoriale del vitigno. Il mosto ottenuto viene separato e fatto affinare in botti di rovere per circa un anno per poi essere assemblato nuovamente e lasciato riposare per altri 6 mesi in vasche di acciaio.

Ribolla Gialla 2019 macerato

Qui si è voluto ricavare la massima espressione della Ribolla Gialla di collina estraendo dal frutto tutto il potenziale organolettico: per ottenere ciò ci sono volute 2 settimane di macerazione sulle bucce, le uve surmature sono state raccolte a metà ottobre con una resa piuttosto bassa in termini di quantità. Lo spettro olfattivo si compone di albicocca disidratata, buccia d’arancia candita e note particolari leggermente ossidate, tisane a base di camomilla si mescolano a fiori secchi e odori di terra. Energico al palato, con un tannino morbido e asciutto e una corretta corrispondenza gusto/olfattiva. Un macerato ricco di sfumature, assolutamente di qualità.

Sono bastati questi assaggi per testare il potenziale che cova in questa piccola azienda, l’ampliamento dei vigneti e la messa a dimora di nuove varietà ci riserverà negli anni nuove sorprese firmate Riccardo Marcuzzi, vignaiolo giovane, bravo e giustamente ambizioso come il suo vino!

Società Agricola COLSORELI
di Riccardo Marcuzzi SAS
Località Giasbana 22
San Floriano del Collio
REA: 293741
P.IVA: 02863110306
TEL: +39 340 4197569
MARCUZZIVITICOLA.IT

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