Famiglia Sorrentino, vini vulcanici alle pendici del Vesuvio
Questa volta vi voglio raccontare di un territorio ricco di storia e di leggende, dove si producono vini intensi e corposi, tra cui un vino, il Lacryma Christi che associa la sua storia addirittura al nome di Gesù Cristo.
Un mio recente viaggio in Campania organizzato dall’ Associazione Nazionale Le Donne del Vino mi ha portato a visitare diverse cantine a Boscotrecase, proprio al limitare del Parco Nazionale del Vesuvio, sul versante sud-ovest del vulcano, e la bellezza del paesaggio, ricco di vegetazione e coltivazioni secolari, mi ha lasciata senza fiato.
Siamo a circa 500 metri di altitudine, dall’alto lo sguardo abbraccia tutta la parte inferiore del golfo di Napoli, da Torre Annunziata fino a Castellamare di Stabia e a Vico Equense, dove ha inizio la penisola sorrentina. All’interno Pompei con i suoi splendidi e tragici resti a ricordarci una delle più distruttive eruzioni di questo vulcano, tutt’ora attivo.
E’ proprio qui che sorge la cantina della famiglia Sorrentino, la cui capostipite, nonna Benigna, coltivava nel ‘moggio’ di famiglia (1/3 di ettaro, unità di misura usata sul Vesuvio), insieme a molte varietà di frutta e ortaggi, alcuni vitigni autoctoni a piede franco, che oggi sono il tesoro dell’azienda.
Una delle particolarità dei suoli vulcanici, infatti è quella di essere ostili alla Fillossera, l’insetto che verso la fine del 1800 devastò la maggior parte dei vigneti europei e per combattere il quale si scoprì che l’unico sistema era innestare le varietà europee su piede di vite americana. I terreni vulcanici, composti da finissima sabbia di origine eruttiva dovuta al deposito di cenere e lapilli, hanno quindi permesso di conservare vigneti antichi con piante più longeve, robuste e resistenti alla siccità.
Oggi è Paolo Sorrentino a condurre l’azienda, insieme alla moglie Angela Cascone e ai tre figli Giuseppe, Benny e Maria Paola. La proprietà oggi è di circa 35 ettari, raggiunti negli anni con un lungo lavoro di acquisizione di piccoli lotti, a volte abbandonati in seguito ai ricambi generazionali.
Proprio Benny, enologa, ci accompagna a vistare i vigneti dell’azienda. Bellissimo quello a pergola di Coda di volpe, qui detto Caprettone, sotto il quale crescono le piante di pomodorini del piennolo del Vesuvio. La forma di allevamento a pergola della vite ha qui un doppio beneficio: le uve vengono protette dai forti raggi del sole e riescono a maturare lentamente, senza scottature, e nel contempo il suolo sottostante rimane disponibile per la coltivazione dei pomodorini, che vengono poi legati tra loro con uno spago, usando i peduncoli e i tralci della pianta, fino a formare un unico grappolo, che può arrivare a pesare anche fino a 5 kg.
Tutto ciò rappresenta la grande cura che la famiglia mette nel mantenimento della biodiversità e nel coniugare le antiche sapienze contadine con le moderne tecniche di coltivazione. L’azienda è in conduzione biologica ed offre anche varie strutture per soggiornare tra i vigneti e per assaporare la cucina del territorio.
Le varietà coltivate sono principalmente quelle autoctone: Caprettone, Catalanesca e Falanghina, a bacca bianca, Piedirosso e Aglianico a bacca rossa. Le rese equilibrate, insieme alle proprietà uniche del suolo vulcanico vesuviano, fanno sì che la produzione sia di altissima qualità.
Passiamo a descrivere i vini che più mi hanno colpito:
Caprettone “Benita 31” 2021, da caprettone in purezza, 12.5% alcol, fresco e profumato, dal sorso piacevolissimo.
Lacryma Christi del Vesuvio DOC 2020 bianco, 90% coda di volpe e 10 % falanghina, intenso e fine, con una bocca ricca e minerale, ecco la leggenda da cui nasce il suo nome:
“Pare che un angelo del Male, scacciato dal Paradiso riuscì a rubarne un pezzetto e, arrivato sulla Terra, con questo lembo di Paradiso creò il golfo di Napoli. Deluso e addolorato, Gesù Cristo cominciò a piangere versando le proprie lacrime sul Vesuvio e da queste soavi lacrime nacquero delle viti da cui si ricavò un vino dal sapore angelico: il Lacryma Christi.”
Lacryma Christi del Vesuvio 2019 rosso, 90% piedirosso, 10% aglianico, morbido e setoso.
Vigna Lapillo Rosso 2016 – Vesuvio Lacryma Cristi Sup. DOC, bello e intenso, con note di frutta rossa matura, caffè tostato, liquirizia, in bocca ampio e avvolgente, mi sembra di sentire delle note di fumo, mi sto forse facendo suggestionare dal vulcano che incombe sopra di noi?
Spero di avere stuzzicato la vostra curiosità e avervi fatto venir voglia di esplorare questo fantastico territorio. Io, guardando il Vesuvio alle mie spalle mentre ci allontanavamo, una lacrimuccia l’ho versata!
SORRENTINO VINI SRL
via Rio 26
via Fruscio 2 (showroom e visite)
Boscotrecase (Napoli) / Italia
P.Iva IT07920321218
UFFICI/ PRODUZIONE:
0818584963
WINE TOURS E DEGUSTAZIONI:
3381354415
VESUVIOINN ( agriturismo):
0818581117- 3668349231
Email: info@sorrentinovini.com
https://www.sorrentinovini.com/contatti