Prima ancora di una nuova scoperta c’è la bellezza del percorso, dell’avventurarsi in un territorio autentico dove la vite ha trovato nei secoli un ambiente ideale per svilupparsi, adattandosi a terreni e climi diversi. Ci troviamo in Gallura nella parte nord-orientale della Sardegna e precisamente nella località di Enas, a breve arriveremo a La Contralta, piccola azienda nata da poco ma con interessanti prospettive di sviluppo. La nuova sede si affaccia davanti all’incantevole golfo di Olbia, lo sguardo si estende ad un paesaggio suggestivo costituito da colline degradanti : vigneti e pascoli si alternano a boschi di querce da sughero e macchia mediterranea. Di certo non ci aspettavamo d’incontrare qui Roberto Gariup, originario di Corno di Rosazzo e naturalizzato sardo dal 2006, ora winemaker e responsabile tecnico di questa nuova realtà.
La Contralta prende nome da una piccola spiaggia nei pressi di Palau, dove la proprietà ha investito in nuovi vigneti che si estendono per 40 ettari verso il mare, una terra antica dove sale e vento si mescolano da millenni creando condizioni ottimali per produrre grandi vini di Sardegna. Nelle vigne di Palau si è preferito impiantare viti ad alberello, prevalentemente Vermentino e Cannonau che rappresentano l’antica cultura degli stazzi, armonicamente integrati nella natura di questi luoghi. Nella località di Enas, proprio a ridosso della nuova struttura di vinificazione, vediamo invece estendersi un vigneto a spalliera di Vermentino e poco più in là, in luogo più appartato, risiede un vecchio cru di Carignano. Qui il terreno è costituito da puro granito, minerale capace però di accogliere in profondità le radici della vite e trattenere la preziosa umidità.
Prima di passare agli assaggi facciamo un giro nel cuore pulsante di questa cantina dove tutto è stato studiato da due giovani architetti sardi e progettato per assecondare una filosofia produttiva ben chiara : regalare al consumatore il piacere della qualità e il carattere esclusivo di un vino fatto con grande attenzione artigianale e un profondo rispetto di un territorio integro. La cantina è inserita nel paesaggio in modo armonico con un piano interrato dove dimora la barricaia, altri spazi sono destinati ai vasi in cemento vetrificato e le anfore di terracotta interrate.
La vendemmia è appena terminata e siamo inebriati dai densi profumi di fermentazione dei mosti, la nostra attenzione si sofferma nei pressi di due vasi colmi di Cannonau appena vendemmiato, rimaniamo incantai dal color vermiglio luminoso e dall’energia che sprigiona.
La competenza e l’esperienza di Roberto Gariup ha fatto partire un progetto ambizioso : ricavare da questi vitigni una complessità organolettica pura, mantenendo l’eleganza e la piacevolezza di beva che il mercato richiede. I suoi vini sono il frutto di un intervento naturale che lascia spazio al tempo di affinamento, necessario come non mai per poter apprezzare la loro vera personalità. Un lavoro che si sviluppa ricavando da questa terra generosa l’espressione più autentica dei suoi vitigni autoctoni, produrre grandi vini differenziandosi dalla produzione standard dei vini freschi e profumati da consumarsi entro l’anno d’imbottigliamento. Per oltrepassare i limiti dei classici vini convenzionali Roberto si ispira ad un grande maestro della macerazione in Friuli imprimendo quello stile unico che viene dato dall’utilizzo di lieviti indigeni e un contatto prolungato sulle bucce, una calibrata ossigenazione e nessuna filtrazione sono in grado di donare ai suoi vini colore brillante e intenso senza virare nell’aranciato.
Se parliamo di Vermentino ecco tre interessanti espressioni una diversa dall’altra dove si esaltano le doti dell’enologo, con l’uso corretto e moderato del legno:
FIORE DEL SASSO –il nome di quest’etichetta (Vermentino Docg superiore) nasce da una poesia di Umberto Saba, le uve provengono da uno dei cru più vocati, il 90% viene vinificato in bianco e affina in acciaio, il rimanenete 10% dopo una macerazione di 15 giorni affina in barriques di primo passaggio per circa un anno prima di essere assemblato e poi imbottigliato. All’assaggio si sente il mare, il sale di questi terreni granitici, poi ci invade un flusso costante di erbe aromatiche, spezie leggere e frutta matura. In bocca è voluminoso, fresco e scorrevole, con un finale piacevole di mandorla bianca.
AL SOL BRILLA – l’annata è il 2020, versione del vermentino alla quale Roberto si sente più sintonizzato : dopo una macerazione sulle bucce di 15 giorni in acciaio riposa in botti di rovere per 12 mesi dove svolge la malolattica, poi ritorna in acciaio per altri 8 mesi di affinamento prima di essere imbottigliato. Regala sensazioni vanigliate di grande finezza, profumi di fiori bianchi e macchia mediterranea, sapido e marino in bocca, con un finale morbido e persistente nel gusto.
SICUT ERAT – nome evocativo tratto da una poesia di Peppino Mereu “come era una volta”, questo Vermentino ci riporta indietro nel tempo e accompagna il progetto visionario di questa azienda. Qui entra in gioco l’antico utilizzo dell’anfora di terracotta che Roberto si fa produrre da un artigiano Umbro, matura per 67 giorni a contatto con le bucce per poi proseguire con altri 10 mesi di affinamento. Vino di grande personalità, fuori dagli schemi, un azzardo ambizioso che necessita ancora di qualche correzione, ma direi che la strada è quella giusta. Roba per palati esigenti e preparati, leggermente tannico, ricco di polpa e complesso, spiccano note di miele, burro fuso e mela cotogna, in bocca sorprende la freschezza e il buon bilanciamento sulle note sapide, scintillante come il sole sul mare di Gallura!
L’ORA GRANDE – è Cannonau doc in versione “più leggera” rispetto al consueto stile di questo vitigno, qui si è voluto conservare la tipicità vera del Cannonau con i suoi aromi e profumi primari. Dopo un contatto di 20 giorni con le bucce rimane in acciaio per 2 mesi fino a svolgere la malolattica, poi affina in botti di rovere per 6 mesi. L’annata 2021 che degustiamo ha prodotto un grado alcolico importante (16°), ma questo non ha influito sulla freschezza. Da notare l’agilità della bevuta e la fragranza del frutto, connubio ideale nell’identità del Cannonau che ama questi climi dove lo sviluppo aromatico è dato dalle notevoli escursioni termiche. Nitido e diretto, è il vero protagonista della tavola.
M’ILLUMINO – da un angolo di terra si è recuperato un piccolo vigneto di Carignano che vinificato in purezza ha generato questa limitatissima produzione, poco più di 300 magnum che pochi fortunati hanno avuto l’onore di prenotare in anticipo. È uno dei vitigni più prestigiosi dell’enologia sarda, le sue uve hanno una buona resistenza ai venti ricchi di salsedine e ai freddi primaverili, perciò cresce bene lungo queste coste. Noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare l’annata 2020 direttamente alla fonte: ha maturato per 12 mesi in botti di legno austriaco, viene travasato un paio di volte per eliminare eventuali sedimenti e passare poi in bottiglia ad affinare. È ancora “giovane”, come dice Roberto ha bisogno d’invecchiare per esprimersi al meglio, colore granato cupo, intenso, impressiona il suo spettro aromatico per precisione e potenza : macchia mediterranea, sfumature di pepe e spezie dolci, leggermente chinato. Al palato è corposo, dritto come una spada, vivace nei tannini, succoso e profondo nel finale.
Dopo questa interessante visita ci siamo resi conto del concetto di vino che La Contralta vuole portare in bottiglia : conservare l’ identità pedoclimatica e la singola identità, oltre a all’indispensabile bagaglio di esperienze di chi segue tutte le fasi di produzione.
La Contralta SRL Società Agricola
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