Ci dovrà pur essere un motivo interessante se il disegno di un fossile diventa il logo di un’etichetta di vino, una curiosità che a noi enoappassionati non può certo sfuggire quando girovaghiamo sui social a caccia di post. E così quando la curiosità si trasforma in azione, ecco che viene la voglia di indagare, anche se nel batti e ribatti delle restrizioni pandemiche programmare questa visita era diventata ardua impresa.
Poi finalmente si sono create le condizioni e sono partito per questo incontro con Kristina Mervič, contitolare assieme al padre di JNK, piccola azienda vinicola tutta familiare in territorio Sloveno. Appena passato il confine di Stato nei pressi di Gorizia, si procede verso la valle che segue il fiume Vipacco e che porta al centro del Paese, un territorio da sempre famoso per i suoi vini pregiati, una valle incuneata tra il Carso a sud-ovest e la foresta di Trnova a nord.
È l’occasione per scoprire il vero mondo Sloveno del vino: piccole cantine con bassissime produzioni che da generazioni hanno affinato l’arte delle lunghe macerazioni sulle bucce, con tempi lunghi di riposo che permettono di ottenere vini di grande eleganza. La cantina di Kristina Mervič si trova a Sempras, tranquilla contrada di poche abitazioni sul versante occidentale della Vipavska Dolina. Una piccola attività a conduzione familiare che si tramanda da generazioni le antiche tradizioni enologiche, le uve vengono coltivate per ottenere la massima qualità con rese bassissime. I chicchi d’uva migliori vengono separati delicatamente e passano alla macerazione sulle bucce per un tempo che varia a seconda della varietà, una materia prima così sana maturerà lentamente sul proprio sedimento per arricchirsi di infiniti aromi e complessità.
In queste zone la lunga macerazione sulle bucce anche per vitigni a bacca bianca è praticata da molti anni, esperienza e tradizione si fondono in modo così armonico da lasciare sbigottiti anche i palati più esigenti, sono vini che oltrepassano stili e tendenze, capaci di portare chi li assaggia in una condizione sensoriale di assoluta intimità, dove ognuno può confrontarsi in virtù del proprio “sentire”.
La produzione JNK si concentra in 3,5 ettari di vigneti, situati in colline ben soleggiate con altezze che vanno dai 100 ai 350 metri sul livello del mare, l’orientamento verso sud-est favorisce un microclima particolare : le correnti dei venti freddi provenienti dal nord si mescolano a quelle miti che arrivano dal vicino Adriatico, condizione perfetta per l’estrazione di aromi nel vino, mentre struttura e salinità si ricavano da terreni composti da marne e argille nobili stratificate.
Kristina ci racconta del profondo legame con il padre Boleslav che la segue in questa instancabile avventura di “artigiana del vino”, interamente dedicata alla creazione di vini che oltrepassino il tempo, concepiti per accompagnare il consumatore in uno stato di meditazione, vini unici, sorprendenti, prodotti nel modo più naturale possibile e bisognosi di essere compresi nella loro particolare evoluzione. Kristina ammette che a volte il cliente non lo capisce, tende quasi a perdere la fiducia nelle qualità del prodotto, chiede rassicurazioni sul perché il vino è diventato così. Bisogna allora saper cambiare la visione del vino che stiamo assaggiando, i vini naturali procedono per addensamenti e rarefazioni di sapore che dipendono molto dall’andamento delle stagioni, in quanto privi di correzioni. Un vino macerato ed affinato per lungo tempo ha sempre un tatto delicato, fasi dove si abbracciano e si condensano i tannini, quindi il gusto, e una complessità che a volte ci spiazza, confermando che non è affatto semplice uscire dalla propria confort/zone.
La storia di JNK viene a completarsi svelando il significato del fossile in etichetta : un rarissimo esemplare di conchiglia, ritrovato per la prima volta nei pressi di Lubiana dallo zio Joze nel 1967. Il nome di questa gemma unica al mondo riporta il cognome della famiglia Mervič ( Mervicia exima gen ), e in onore di questa scoperta si è voluto dedicare l’etichetta dei vini.
I nostri assaggi :
CHARDONNAY 2017, si raccoglie nemmeno 1 kg di uva per pianta per ottenere un vino che si manifesta subito di grande intensità e forza espressiva, già visivamente appare di un giallo dorato carico, la sua anima si manifesta nei profumi di burro, caramello, scorze d’agrumi essicate e poi ancora note salmastre, erbe aromatiche, frutta secca. Dopo 6 giorni di macerazione sulle bucce rimane per 18/20 mesi in barrique usate, seguirà un prolungato affinamento in bottiglia. Al sorso è sorprendente, sviluppa una cremosità di estrema piacevolezza, sempre bilanciata da una buona dose di acidità, che lo rende scorrevole in bocca nonostante la struttura sia imponente. Il finale è lunghissimo e ci accompagna per vari minuti accarezzando il palato con dolcezza ed estrema pulizia.
MALVASIA 2018, vitigno che si esprime a meraviglia in questi terreni ricchi di minerali, le uve arrivano da vecchi vigneti posizionati su piccole colline esposte a Sud e rivolgono lo sguardo verso il Carso. La macerazione sulle bucce è di 3 giorni, segue una fermentazione e permanenza in botti di legno per 12 mesi, un passaggio in vasche d’acciaio per 6 mesi e un affinamento di almeno 1 anno in bottiglia. Vino che esce sul mercato dopo 4/5 anni a seconda delle annate, il colore è giallo ambrato, intenso, dai riflessi dorati, i profumi sono variegati ed invitanti : camomilla , timo, fiori d’acacia, agrumi e miele. In bocca è avvolgente, ricco di forza salina, un gusto austero e di forte vivacità. Conclude con una sensazione retrolfattiva che lascia il segno!
I vini di JNK possiamo definirli di estrema qualità e purezza, precisi, elettrizzanti, sono dotati di quella preziosa caratteristica di sfidare il tempo e regalare grande piacevolezza, anche dopo molti anni.
JNK
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