Farra d’Isonzo (Go) – Siamo a Farra d’Isonzo, nel Collio in prossimità di Gorizia, antico presidio di controllo romano per la sua posizione geografica, centro di importanti avvenimenti storici dal Medioevo in poi. Qui confluiscono le ultime propaggini del Collio, ma i terreni sono prevalentemente pianeggianti e vocatissimi alla produzione di vini pregiati.
L’azienda si estende su 21 ettari di cui 15 vitati, per metà Dop Collio e per metà Dop Isonzo del Friuli in corpo unico. La dimensione è volutamente intima e ridotta con una produzione di alto livello qualitativo nei vigneti distribuiti tra le due zone Dop.
La linea guida e la filosofia di questa azienda verte principalmente su principi di genuinità e pieno rispetto per l’ambiente. Primo comandamento: la cura del territorio e la ricerca di uno standard qualitativo sempre più alto, per creare dei vini di grande personalità, capaci di rappresentare l’eccellenza di un territorio straordinario come il Friuli Venezia Giulia. Vini che non si confondono tra i gusti imposti dal mercato, ma che esprimono caratteristiche gusto/olfattive che solo questi terreni conferiscono.
Un incrocio di terreni dalle caratteristiche inverse: drenante e salino, quello marnoso del Collio (originato dal sollevamento di fondali marini), alluvionale e compatto in superfice l’Isonzo del Friuli.
I vini prodotti in queste terre hanno una doppia personalità, ma si contrappongono e si completano.
L’enologo è Michele Bean, collaboratore assiduo e innovativo, come dimostra l’inserimento in azienda di speciali anfore di gres per la vinificazione dei bianchi; anfore che lui stesso progetta e fa realizzare a mano da grandi maestri artigiani toscani.
Michele ci propone un emozionante confronto di tre modi diversi di vinificare il Pinot grigio 2017: il primo assaggio è prelevato dal contenitore in acciaio e a parte la tenera età di questo liquido ancora torbido e acerbo, si presenta già con profumi varietali netti e decisi! La vera scoperta arriva però dal vino in anfora che supera ampiamente in sentori il vino precedente e ci trasmette in bocca una sorprendente pulizia e sentori già ben evoluti e gradevoli.
Ciò è dovuto a quell’apporto di microssigenazione indotta dall’argilla pregiata di cui è costituita l’anfora, che conferisce al vino una delicata respirazione verso l’esterno senza cedere sapori terziari.
L’ultimo confronto lo facciamo con lo stesso vino a riposo nella barrique di legno nuova, qui notiamo un cambiamento repentino, in bocca si percepiscono già sensazioni tanniche e lieve speziatura, che lo porterà verso un affinamento dallo stile diverso. In ogni caso il grado di espressione del Pinot Grigio 2017 in anfora di gres ci sorprende eccome!
Oltre alla novità del Pinot Grigio 2017 ramato in anfora, la produzione dei gioielli Colmello verte su due cuvée di punta:
– Sanfilip (assemblaggio di chardonnay mousqué, sauvignon e friulano vinificato in anfora)
– Rondon (assemblaggio di merlot e cabernet sauvignon)
Degno di nota il Colmello di Grotta brut , 100% Pinot Grigio da vigne di oltre 30 anni a bassa resa, spumantizzato con metodo Charmat a 90 giorni, unico spumante dop Friuli Isonzo.
I vini rossi affinano in barriques e tonneaux di rovere, mentre i bianchi solamente in acciaio e nelle anfore di gres (www.sirioanfore.com).
Anche se parliamo di vitigni internazionali, nei vini Colmello troviamo sensazioni sorprendenti e un carattere originale, i vigneti crescono su terreni di forte complessità minerale, addolciti da un contesto climatico ideale per la maturazione delle uve. Ne consegue che in questi vini ritroveremo una grande espressione di tipicità e un loro stile unico!
L’azienda Colmello di Grotta è in fase di conversione biologica, ma il lavoro attuale è già ben oltre i limiti del biodinamico. L’energia elettrica utilizzata deriva esclusivamente da fonti rinnovabili.
Via Gorizia 133,
34072 Farra d’Isonzo GO
Telefono
+39 0481 888445
Email
colmello@spin.it
Web
www.colmello.it