La storia dell’azienda Aquila del Torre, a Savorgnano del Torre, in un luogo dove si respira magia e vocazione per la vite, ha direttamente a che fare con quanto potete vedere nelle etichette dei vini. “At”, la sigla sulla quale si posa lo sguardo: atipico, attenzione e molte altre parole legate tra loro.
Atipica è l’origine dell’azienda, nata da persone che non provengono dall’agricoltura. Atipico è il percorso che dai blend, passa ai monovarietali con l’obbiettivo dei cru per poter dar voce ad ogni singolo vigneto.
Quando si parla con Michele Ciani, titolare dell’azienda, si respira non soltanto passione, ma anche profondo senso di responsabilità verso la terra ed il territorio che accoglie Aquila del Torre. Michele conosce, nel 2004 in Alsazia, la biodinamica andando negli anni a fondo e provando a imparare come questa pratica potesse essere adattata alle caratteristiche specifiche di Savorgnano del Torre.
Se non siete mai stati a Savorgnano dovrete rimediare in qualche modo; ci sono le colline che si affacciano sulla pianura friulana, dalle quali potete vedere Udine, piccola e raccolta, che ha le spalle protette dalle Alpi.
L’anfiteatro di vigneti di Aquila del Torre rappresenta una vera a propria Oasi climatica e di terra. Le colline di ponca, la terra eocenica che regala ai vini struttura e minerali, incontrano un microclima che fa appunto parlare Michele di “Effetto Savorgnano”, capace di rendere i vini freschi, profondi, con un bagaglio di aromi straordinario e che alla cieca si fanno riconoscere per carattere e marcatura.
I vini riflettono il lavoro e le pratiche di biodinamica che si stanno perfezionando, per dare vita alla terra e provare a restituire quanto essa dà. Un lavoro capillare i cui risultati si vedranno nel tempo.
Abbiamo degustato tre vini per raccontare questo incontro.
Il Riesling, dalla punta della collina, 2017 l’annata, di una freschezza straordinaria e con un occhio già alla futura evoluzione, vitigno poco coltivato in Regione e che necessita della giusta collocazione. Impressionante per spettro olfattivo e da pensare in grande prospettiva evolutiva.
Il Sauvignon Primaluce 2017, sulla strada del cru come ricordato, lontano dai Sauvignon “scolastici” davvero inebriante ed infine il Merlot 2016, un vino che ti mette in silenzio al quale vorresti solo dire grazie.
Il lavoro di “At” ci ricorda il potenziale di questa terra, da ascoltare e proteggere tutti i giorni.
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Aquila del Torre srl soc. agr.
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