Pinot grigio. La sensazione della prima volta

Pinot grigio. La sensazione della prima volta

Voi ve lo ricordate il primo bacio? O la prima volta che avete avuto paura? O la prima volta che vi siete innamorati?

Tutti abbiamo una prima volta da ricordare, una prima volta che ci riconduce anima e corpo a quel momento e ci catapulta in una miriade di pensieri e di emozioni che riaffiorano ma non hanno mai la stessa potenza. Man mano, il procedere serrato delle nostre vite ci fa dimenticare la prima volta e morire, forse, è anche non accorgersi più di quando e quanto si può provare ancora.

Il Pinot Grigio è un altro di quei vitigni che hanno imparato a parlare friulano, ma anche sloveno, italiano, goriziano. Il Pinot Grigio è uno splendido esempio di “integrazione”. Dovete immaginare che lo stesso vitigno, piantato in pianura, in collina o ovunque voi vogliate, assume i connotati della terra che lo accoglie. So che questo è molto banale, ma immaginate di poterlo fare voi. Si, dite la verità: quante volte vi siete lamentati di come il caffè all’estero non sia buon come in Italia? Non siamo bravi ad adattarci come l’uva…

Il Pinot Grigio ha dentro di sé lo stupore delle nostre prime volte, e di tutto quell’abbandono che generano, le prime volte che ricordiamo con un sorriso agli angoli della bocca. Il suo profumo è come una splendida ragazza che arriva al luogo del vostro primo appuntamento, profumata e bellissima, così bella che fa paura. In bocca è come baciarla, lasciando che i brividi vi percorrano il sistema nervoso come un uragano nelle pianure americane. Ne vorrete ancora, ancora ed ancora e una volta finito vi ricorderete di quel momento in cui siete stati così felici.

Matteo Bellotto

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