Erano stati divisi da una maledizione implacabile. Potevano continuare ad amarsi, ma il prezzo da pagare era altissimo. Un principe, in un Friuli antico, si era innamorato della figlia di un contadino. Un giorno lei aveva portato del vino e così lui se ne innamorò perdutamente.
Era già sposato, promesso in un matrimonio combinato, ed il patto non poteva essere sciolto. Una notte si incontrarono, entrambi innamorati ed unirono i propri corpi sciogliendosi insieme e bevendo quel vino che li faceva cercare.
La moglie, gelosa e vendicativa, chiese aiuto allo stregone di corte, che fece in modo di dividerli per sempre, ma lasciò loro uno spiraglio di speranza per incontrarsi e rendere la pena ancor più maligna.
Trasformò il principe in un cane e tolse a lei la parola, in modo che non potesse chiamarlo e non potesse parlargli. L’incantesimo li divideva, certo, ma prevedeva anche un unico incontro ogni giorno.
A mezzanotte precisa, al calar dei silenzi, lui avrebbe riconquistato le sembianze principesche, mentre lei si sarebbe trasformata in vino. Tutto questo per pochissimo tempo. Per tutti i suoi giorni, il principe trasformato in cane, seguì la sua amata fedelmente, mentre lei lo riempiva di quell’affetto tremendo che solo l’amore fa conservare ed ogni notte, il principe, sorseggiava quel vino, la sua amata tramutata, amandolo e portandolo dentro come il più profondo dei segreti, come il più struggente degli amori.
Col vino si sono incontrati in quest’amore, capace di resistere agli incantesimi, capace di fuggire i pentimenti e capace di godere di ogni possibile incontro. Un giorno il principe se ne andò e fu sepolto dall’amata vicino alla vigna che produceva il loro vino.
Si dice che ogni anno, quando le viti piangono, le donne innamorate si sveglino di soprassalto senza saperne il motivo, ma con un tenero sorriso.